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Il pediatra angerese Vittorio Vezzetti – che da sempre si batte per la bigenitorialità dei coniugi separati ed esponente della piattaforma europea per l’affido condiviso Colibri (che comprende 50 associazioni in 19 stati) e dell’International Council on Shared Parenting – ha riportato un’altra importante vittoria. Un giro di boa sulle responsabilità dei genitori che ha il sapore di una conquista storica. Il Consiglio d’Europa ha infatti adottato una risoluzione che promuove la pari responsabilità genitoriale e la “shared residence”, ossia la residenza condivisa del minore. La mozione approvata toccherà molti aspetti della Giustizia Minorile. «Si tratta d’una risoluzione innovativa – spiega Vezzetti – costituita da 5 articoli e 12 richieste agli Stati Membri. Queste invitano, tra l’altro, a prevedere nelle proprie legislazioni i piani genitoriali e a promuovere non solo la pari responsabilità genitoriale ma anche la shared residence (definita nel documento come quella forma d’affidamento in cui i figli trascorrono dopo la rottura della coppia tempi più o meno uguali con ambedue i genitori)». Promotrice dell’iniziativa è stata la deputata lussemburghese Hetto-Gaasch, che si è avvalsa della collaborazione d’esperti e delle associazioni aderenti alla piattaforma europea Colibrì. Il prossimo passo sarà parimenti importante, prosegue il pediatra, in partenza per il Convegno internazionale di Bonn sull’affido condiviso: «pur non avendo valore vincolante, la richiesta del Consiglio d’Europa ha un senso politico molto chiaro. Personalmente ero sicuro che si sarebbe arrivati a ciò: nel 1985 in nessun Paese europeo i figli di separati che pernottavano almeno 10 notti al mese con ognuno dei genitori raggiungevano il 30% del totale. Nel 2000 ciò avveniva solo in Svezia. Oggi ciò avviene in sei Paesi.  Un solo tribunale in Italia segue un protocollo che rispetti le richieste del Consiglio d’Europa ed è quello di Perugia che aveva recepito queste mie istanze nel 2014”. Si tratta ora di promuovere il recepimento di questa risoluzione del Consiglio d’Europa in Italia e la diffusione di questo protocollo nei vari tribunali italiani.

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