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Riflessioni nostalgiche.
Il direttore generale del Varese Calcio 1910 in un contesto del suo discorso in conferenza stampa ha detto le seguenti parole ” qui sono arrivati soldi veri, e poi non siamo verginelle”. Assolutamente conosco molto bene D’ Aniello, la sua competenza manageriale, quello che ha fatto per il Varese, ed il contesto in cui questa frase è stata detta. ripeto tanto di capello a D’ Aniello. Pero noi varesotti nostalgici, di un calcio diverso facciamo fatica ad accettare queste realtà. Molti tifosi mangiano pane e salame e brindano al circolino di Giubiano quando il Varese vince o perde. Molti ragazzini allenati dal grande Marco Caccianiga non sanno neppure minimamente cosa si è creato nel mondo del calcio ( interessi economici di marketing ed altro ) per loro il calcio è dare due calci al pallone, mentre a 5 metri di distanza il mondo è cambiato e si gioca un calcio calcolato sulla finanza, sugli interessi . Varese e Provincia è una città che vive di ricordi, dove il sciur cummenda ovvero Borghi a seconda di come portava il capello in testa prendeva decisioni, mettendoci del suo. Caro D’ Aniello hai ragione tu, il mondo è cambiato, gli ideali son finiti, quello che conta sono i soldi veri messi sul tavolo, e non palle e assegni falsi ( cose già viste) E’ vero è finito il tempo delle verginelle, bisogna andare avanti ed il passato non conta nulla . Però per noi uomini di una Provincia pieni di laghi, abbiamo bisogno di sognare e di essere nostalgici.
D’ altronde Varese una delle città più ricche negli anni passati ci hanno tolto tutto, a salvarci è venuto Alì Zeaiter. Lasciateci però almeno la nostalgia i ricordi, il pane con il salame ed il barbera ….. poi il tempo forse un giorno sarà galantuomo.
Claudio Ferretti