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LA REALTA’ OSPEDALIERA VARESINA E DEL VERBANO GUARDA AL FUTURO CON FIDUCIA
“Guardo speranzoso verso il futuro. La realtà ospedaliera di Varese e del Verbano godono di una possibilità di riscatto. Lo dimostreremo”. Il giudizio è del Direttore Generale dell’Ospedale di Circolo di Varese Callisto Bravi, ospite del Rotary Club Laveno-Luino Alto Verbano. Nella splendida cornice dell’hotel Sole di Ranco, il dirigente è stato accolto dal presidente del sodalizio Gabriele Apicella (Comandante della stazione dei Carabinieri di Angera), dal vicepresidente Paolo Bassetti, dal presidente Gianangelo Tosi del Lions Club Milano Metropolis e dagli altri due ospiti, Anna Bernasconi, primario di Medicina di Luino e Andrea Fraschini, primario di Chirurgia dello stesso nosocomio. Presenti al tavolo d’onore anche Edoardo Duratorre, past president e il presidente incoming Angelo Ferloni. Bravi, nella sua relazione dal titolo: “La realtà ospedaliera di Varese e del Verbano. Situazione attuale e previsioni future”, ha esordito raccontando il suo excursus professionale, partito dalla gavetta e approdato nell’azienda ospedaliera varesina, “una realtà complessa di 4200 persone con un bilancio annuo di 400 milioni di euro e 27 sedi da gestire”. Di questa struttura il DG ha voluto mettere in luce soprattutto i lati più positivi: gli elevati standard assistenziali, i numerosi servizi erogati ai pazienti (molti di più rispetto a quelli garantiti da altre regioni italiane) e l’aumento dei pazienti extralombardi ((+3% nel 2014, con due milioni di entrate in più). Altro aspetto considerevole secondo Bravi è l’aumento del peso medio del ricovero, che conferma l’approdo a Varese di pazienti per patologie importanti. Su una cosa ha voluto essere chiaro: “il ridimensionamento dei posti letto di 60 posti dal 2000 al 2014 è un dato che mostra un cambiamento nella sanità: oggi molti servizi sono offerti in day hospital, in reparti come l’oculistica non sono più necessari posti letto. Ma non abbiamo mai buttato nessuno fuori dagli ospedali: tutti vengono curati”. Il prolungamento della vita  e  le multipatologie e le cronicizzazioni tuttavia impongono un ripensamento dell’uso delle risorse. Ecco quindi la ricetta: razionalizzazione e rieducazione dei pazienti, che devono essere indirizzati nei luoghi di cura giusti al momento giusto, evitando d’intasare i pronto soccorsi. “Lavoriamo per recuperare risorse per offrire servizi aggiuntivi. E le risorse vanno recuperate tramite efficienze. I risparmi di gestione non sono tagli né smantellamenti”. Bravi ha accennato ad alcuni progetti in corso di valutazione: l’unificazione dei laboratori di analisi, la creazione di un servizio unificato di guardia medica sempre presente, con un radiologo che possa leggere le lastre delle diverse strutture in tempi brevi, la creazione di studi medici associati, un progetto sul verde per Luino, che deleghi parte del lavoro ai disabili psichici contribuendo al loro recupero. Molte le domande rivolte a Bravi dai medici del territorio, mirate soprattutto a chiedere una maggiore sinergia fra realtà ospedaliere e medici di base.
 
 
Paola Trinca Tornidor
Bravi e Apicella