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La compagnia teatrale svizzera Finzi Pasca porta in scena gli ‘invisibili’
 
Durante una conviviale del Rotary Club Laveno-Luino Alto Verbano svoltasi nella prestigiosa cornice del ristorante Sole di Ranco è stato presentato un originale lavoro cinematografico, che ha visto sulle scene una giovane ragazza affetta dalla sindrome di Down. Il progetto è stato presentato ai rotariani da Antonio Vergamini, direttore di produzione e attore della compagnia e dallo sceneggiatore Walther Sievi, invitati dal socio Fabrizio Zaninelli. “Abbiamo voluto dare visibilità agli invisibili” ha spiegato Vergamini. “La nostra compagnia, nata 32 anni fa come teatro di ricerca, prende le mosse proprio da un’esperienza di volontariato assistenziale in India, condotta da Daniele Finzi Pasca a contatto con malati terminali. Una vicenda profonda e emozionante basata, a causa delle difficoltà linguistiche, sul contatto fisico e visivo, sui gesti. Attraverso gli anni, questi concetti hanno costruito un’estetica particolare che attraversa tutte le dimensioni: uno stile di creazione e di regia, un particolare modo di concepire la produzione, una filosofia di allenamento per l’attore, l’acrobata, il musicista, il danzatore e il tecnico, un atteggiamento per abitare lo spazio e riprendere la memoria che porta nostalgia e può commuovere. Anche oggi il nostro è un teatro della carezza che ricerca un contatto intimo con lo spettatore”. La compagnia, che propone spettacoli molto noti come quello del Cirque du Soleil e che calca le scene dei più spettacolari teatri di tutto il mondo, ha sede stabile al Lac di Lugano, conta una quarantina di persone e opera nel circo, nel teatro e cinema.
 
IL DOCUMENTARIO
Il documentario “Ana” racconta in 50 minuti la vicenda della protagonista down che, vissuta fra deserto e oceano, lascia la capitale boliviana di La Paz per raggiungere Città del Messico e debuttare come attrice. La protagonista, insieme con gli altri attori, testimoniano una personale vision della vita, dell’attesa e della speranza. Ciò che sorprende è la saggezza profonda che traspare dagli atteggiamenti di Ana, che attraverso il suo linguaggio gestuale commuove e fa sorridere. “Ho seguito Ana per mesi, dalla proposta di collaborazione al debutto con la sorella” spiega Walther “e ho documentato i suoi progressi anche umani e la progressiva conquista dell’indipendenza motoria”. Un impegno grande avviato nel 1999 e portato in scena con uno spettacolo (Visitatio) nel 2000 e poi nel film del 2008, che ha voluto valorizzare anche l’apporto dato da Ana al pubblico. Un messaggio commovente e intenso, per un’arte a misura d’uomo e vicina al pubblico anche dei diversamente abili.