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Ve lo ricordate quel celebre film del compianto Troisi. Se lo vogliamo esprimere meglio il concetto possiamo dire ” chi ben comincia è a metà dell’ opera”. Iniziamo dai fatti di una cronistoria biancorossa nata male, finita peggio. Lasciamo alle spalle l’ anno precedente dove per certi versi è la fotocopia di quest’ anno ( salvezza play out) acqua passata non macina più. Torniamo a questo campionato, inscrizione sul filo di lana a poche ore dalla chiusura. Questo è già un primo segnale. Campagna acquisti estiva solita, non eclatante da rimpiazzare ruoli chiave lasciati da calciatori vedi San Pavoletti. Come sempre la tifoseria concreta biancorossa, mormorava più o meno così ” stanno facendo la squadra per salvarsi o massimo arrivare a metà classifica” che è poi la giusta posizione del Varese 1910. Campionato inizia, Bettinelli fa il suo esordio, ma dietro le quinte ci si accorge per i più attenti che c’è una mancanza di programma e di strategia. Culminata poi con la scazzottata tra i due responsabili tecnici. Il Presidente fatica a tenere dritta la barra del timone della barca, ed inizia il famoso panico di impresa ovvero quando mancano gli obiettivi. Arriva Imborgia, doveva essere a furor di società il mago Zurli, che risolveva le problematiche ( meglio non entrare troppo nei particolari). Intanto si va avanti punti di penalizzazioni, Bettinelli si, Bettinelli no, arriva la meteora Dionigi, ( non fa tempo a scaldare la panchina che viene esonerato). Richiamato il buon Bettinelli cosa può fare, visto la scellerata campagna acquisti invernale. Dovevano arrivare fior di calciatori, avevamo carenze di punte centrocampisti difensori di spessore , hanno venduto pure Lupoli. Credo che più mancanza di strategia così non si può. Il buon mister Stefano ha cercato di tenere la barca in equilibrio, ma ogni giorno si apriva una falla. Stipendi pagati in ritardo, fornitori che aspettano da mesi il saldo fatture, altri punti di penalizzazione. Al Varese per avere ossigeno mancano 170mila euro ( badate la cifra). Arriva Cassarà presta i soldi, avviene il caos con la brutta pagina aperta prima dell’ incontro con l’ Avellino, con porte tagliate e campo distrutto. E da li è stata la fine.
Morale della storia. La tifoseria è stanca di proclami. Dopo il caos di questa stagione bisogna partire con idee chiare e obiettivi strategici ben mirati Quotidianamente girano nomi di cordate che vogliono prendere la società di via Manin. I giornali già ipotizzano i nomi di allenatori e di dirigenti sportivi. Domanda ma da quale categoria partiamo ???????( siamo già penalizzati di due punti). Unico baluardo certo che si da un gran da fare è Silvio Papini, messo sempre da parte dai tre presidenti. Il grande uomo di lago che conosce il mestiere con grande esperienza e sensibilità conosce i vari segreti del mondo calcistico varesino. Conosce vari calciatori da lui scoperti uno per tutti Neto. Però gli uomini sapiens che ci hanno fatto affondare non lo hanno mai coinvolto …… gli errori si pagano….. peccato per i tifosi .Chissà quando rivedremo il Varese in B. PAPO mettiti all’ opera e fai ripulisti dei tanti pseudo volponi nel paese dei balocchi. Varese è con te non merita la fine che ha fatto, sopratutto ripeto non siamo sprovveduti non viviamo nel paese della fata turchina.
Claudio Ferretti